La percezione rappresenta uno dei punti chiave per la corretta definizione della propria Brand Identity. Analizziamo l’impatto di questo elemento nella costruzione dell’immagine.
Quando parliamo di percezione che cosa intendiamo realmente?
La percezione è il ritratto della nostra immagine dipinto nella mente della nicchia di mercato, ma rappresenta anche il modo in cui ci riflettiamo allo specchio ogni giorno.
Queste due tipi di percezioni sono ovviamente differenti. La prima è INTERIORE, ovvero la PROIEZIONE che abbiamo della nostra persona. E’ quindi una raffigurazione introspettiva del nostro essere. La seconda invece è ESTERIORE, in quanto posseduta da chi osserva.
Non fatevi ingannare. E’ difficile che la proiezione e la percezione esteriore coincidano. Il modo in cui vediamo noi stessi e come ci valuta il mondo che ruota intorno a noi è spesso differente.
Questo crea normalmente una dicotomia o una dissonanza tra le due raffigurazioni che porta ad un errata comunicazione e promozione del Brand.
Per eliminare questo problema analizziamo il processo di creazione di una solida Brand Identity. Questa viene in soccorso del consulente che, una volta definito il proprio marchio, potrà ricongiungere la percezione interiore a quella esteriore e allineare le strategie di marketing.
Adesso però analizziamole entrambe e cerchiamo di capire più in dettaglio l’impatto che può avere l’asimmetria cognitiva delle due raffigurazioni.
La percezione interiore
La percezione interiore o proiezione, come è stata definita in precedenza, è la nostra immagine riflessa allo specchio. Ogni giorno che ci alziamo e andiamo al lavoro è sempre presente nei nostri pensieri e nel mondo di comunicare e relazionarci con l’esterno.
Ma perché parliamo di proiezione?
Ognuno di noi tende a vedere quello che preferisce o desidera maggiormente. Osservare la stessa immagine ogni giorno, aiuta a distorcere la realtà e a perdere il lato oggettivo della visuale. Quindi, tutte le volta che ci guardiamo allo specchio, non vediamo realmente quello che siamo, ma una proiezione di quello che vorremmo essere.
Tendiamo ad eliminare i difetti o a non vederli e cerchiamo di mettere in risalto gli aspetti positivi. Questo fa parte anche del concetto della “capacità di adattamento” dell’uomo e dello spirito di accettazione. Per potere andare avanti con le nostre abitudini, cerchiamo di plasmare la nostra forma in qualcosa che può piacere a noi stessi, e proviamo a sottrarci alla realtà delle cose.
Per alcuni il meccanismo è contrario. Le persone che non amano se stessi, particolarmente titubanti, dubbiosi e non soddisfatti del proprio carattere, a volte esasperano i lati negativi e si vedono riflessi in modo peggiore rispetto alla realtà. Questo succede perché la negatività prende il sopravvento e il pensiero inconscio di non essere all’altezza proietta un’immagine diversa e limitante della personalità.
Nel caso di un’attiva di comunicazione la percezione interiore porta a trasmettere dei messaggi coerenti con quella che è la visione personale, ma dissonanti dalla percezione esteriore del mondo esterno.
La risultanza sarà portatrice di confusione, sia nella mente della Buyer Persona sia nella nostra strategia di marketing, che non rispecchierà più la nostra immagine.
La percezione esteriore
La percezione esteriore è invece il modo in cui ci osserva l’esterno, la nostra audience e perfino i nostri amici e parenti. Ovviamente sul lavoro e nella vita personale questo aspetto risulterà diverso, ma rappresenterà comunque il “giudizio” degli altri nei nostri confronti.
Il consulente deve quindi essere pronto alla sfida e concentrarsi sul mondo che lo osserva. E’ importante ottenere una percezione esteriore positiva, perché questo ci permetterà anche di posizionare meglio il nostro Brand ed avere più probabilità di successo nel mercato.
La percezione esteriore è dettata dai messaggi che veicoliamo e dalla promozione che eseguiamo su tali contenuti. E’ inoltre fortemente correlata con la percezione interiore, in quanto entrambe si devono allineare per fornire una corretta comunicazione verso l’esterno.
Se non avete ancora creato la vostra Brand Identity vi suggerisco di iniziare il percorso di apprendimento per la vostra trasformazione personale. Nel caso invece abbiate già avviato o concluso ogni step di questo cammino, e siete già in possesso della vostra identità unica e distinguibile, allora fate un check up di monitoraggio.
Controllate che non siano avvenuti dei cambiamenti inattesi e inconsci dall’ultima volta che avete eseguito un controllo o creato la vostra Brand Identity. La percezione è un fattore mutevole e si può facilmente modificare senza controllo.
Quindi eseguite sempre dei check up accurati e mettete dei punti fermi. Ma come si può eseguire un controllo della percezione?
Il monitoraggio della percezione
Per il controllo della percezione interiore analizzate nuovamente i vari step che vi hanno portato alla definizione della Brand Identity. Andate a ricontrollare la risultanza della mappatura della personalità, delle competenze e l’analisi Swot. Osservate con attenzione gli obiettivi che vi eravate fissati e la Mission del vostro lavoro.
Una volta fatto questo, capirete se la percezione interiore e la realtà sono ancora in linea, oppure se avete bisogno di riportare il tutto verso la giusta direzione.
Nel caso della percezione esterna, il processo è differente. Per capire se la percezione della vostra Buyer Persona nei vostri confronti è rimasta la stessa potete analizzare il comportamento dell’audience nel mondo reale e nel digitale.
Cercate di osservare se il modo di interagire della vostra nicchia di mercato è cambiata, analizzate il tone of voice, i contenuti dei post e i commenti. Nella realtà potete invece fare qualche domanda in più ai vostri clienti o ai lead e studiare come si comportano durante un incontro e come gestiscono il loro rapporto con voi.
Quando avrete terminato avrete ottenuto tutti i riscontri che stavate cercando!
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